lunedì 10 giugno 2013

Una giornata la museo....

Tra i benefit di lavorare per una grossa societa' ci sono a volte delle belle sorprese, come l'ingresso gratuito al Rijksmuseum, "uno dei più ricchi e celebri del mondo".
Timoroso delle trafile burocratiche in stile italiano, stamattina sono partito a cavallo di "Siorrentina" alla volta del museo.
La citta' evidentemente dormiva ancora, dopo un sabato notte di bagordia cui non ho partecipato... alle 9:00 in giro non c'era quasi nessuno.
Pensavo di andare al museo per informarmi che tipo di documentazione fosse necessaria per poter usufruire dell'accesso gratuito, sicuro che il mio pass temporaneo non sarebbe assolutamente stato sufficiente, e proseguire invece per il centro ed in particolare la sinagoga portoghese, il cui nome da solo evoca cose misteriose.
Invece alla cassa del museo mi hanno fatto entrare senza nessun problema, oserei dire quasi sulla parola.
Ed eccomi subito catturato da questo luogo di meraviglie!

Che strana impressione entrare in un museo di questo tipo, con tutte queste meraviglie, sapendo che il biglietto costerebbe 15€ ma che io potro' entrarci tutte le volte che vorro'!
Da una parte volevo veder tutto, dall'altra continuavo a ripetermi di non aver fretta e di non abbuffarmi con tutto oggi....
Alla fine mi sono abbuffato!
Ma non mi manca certo la voglia di tornare: per quanto mi possa essere riempito gli occhi di ogni meraviglia ci sono ancora mille cose e dettagli che ancora voglio esplorare e scoprire.
Sono entrato alle 9:15 ed uscito alle 15:10.... ed ho saltato anche il pranzo !
Certo devo essere un po' masochista....

Ho visto quasi tutte le sale, almeno le piu' importanti, e sono tante le cose che mi sono piaciute.
Devo pero' confessare che la star del museo non mi ha colpito quanto mi aspettavo: sono rimasto deluso dal "La Ronda di notte", non perche' non sia un'opera bella, ma perche' mi sembra un po' sopravvalutata.
Forse anche perche' io sono più per i dettaglil e le cose piu' raccolte, o forse perche' messo cosi' in uno spazio non pensato apposta per quest'opera e quindi non ambientato al meglio perde una buona parte di fascino.
E' in una sala grandissima, e lo si vede entrando dalla parte opposta di questa navata tutta luce.
Secondo me essendo un quadro dovo il gioco e gli effetti della luce hanno un ruolo cosi' importante, averlo messo cosi' aperto ed illuminato non permette di apprezzare tutte le sue mervigliose caratteristiche.
Sia inteso: e' comunque un quadro piu' che meraviglioso.
E non ho potuto far a meno di fare anch'io la mia brava fotografia....




Altre sono state le opere di Rembrandt che mi hanno colpito, forse proprio per la loro piccolezza, la loro essenzialita'.
Oltre agli autoritratti in forma di quadro, di cui quello da giovane e quello da anziano nei panni di S.Paolo sono quelli che piu' mi piacciono, mi hanno colpito i disegni.
Ecco i due quadri di autoritratto di cui parlo:
- da giovane, quasi uno sbarbatello


- da anziano nei panni di S.Paolo (per le scritture che tiene in mano e la spada che s'intravvede quasi fosse infilata sotto il braccio cosi' per sbaglio...)



I disegni mi sono piaciuti per la loro essenzialita' ma al contempo perfezione.
Ed ancora due autoritratti mi hanno molto colpito.
Sono due disegni di forse neanche 5 cm di lato, proprio piccoli, ma meravigliosi!
Quanta umanita' traspare da quei pochi tratti d'inchiostro, sono magici....


Certo che Rembrandt aveva proprio una faccia da mugnaio, qual'erano i suoi antenati!


Ma guardate poi quest'ultimo disegno, anche lui di pochi centimetri di lato: pochi essenziali tratti ma c'e' tutto un quadro, un universo sotteso ad esprimersi attraverso ogni singola linea, ogni curva della penna, ogni tratto piu' o meno calcato...


Capite ora perche' "La Ronda di notte" non e' il mio quadro preferito ?

Ma il Rijksmuseum e' pieno di altri capolavori, di tantissimi autori ed epoche diverse.
Ovviamente pur ammirandoli, e sentendomi un po' orgoglioso, ho passato velocemente le opere degli artisti italiani.
Il tesoro del Rijksmuseum e' pero' sicuramente la pittura olandese del "Gouden Eeuw", il secolo d'oro, cioe' del XVII secolo quando l'Olanda fiori' come non mai.

Un'altra delle mie attese era per Vermeer, che da sempre mi affascina, fin dalla prima volta che ho visto la riproduzione di un suo quadro, ed ancora di piu' da quando con Caterina abbiamo potuto vedere dal vivo delle sue opere all'Hermitage di S.Pietroburgo.
Tra tutte le opere di Vermeer che sono esposte al Rijksmuseum, quella che piu' mi e' piaciuta e' stata "La lettera d'amore": la foto che ho fatto non rende del tutto l'idea, ma c'e' una modernita', una veridicita' nel quadro che sembra di poter ascoltare il respiro della ragazza che legge, e si ha quasi la paura di disturbarla....

Ed ecco poi quella che e' stata un'assoluta sorpresa, sia perche' nella mia ignoranza non sapevo chi fosse il pittore (Anthonis Mor, 1519-1577ca), sia perche' non immaginavo a che livello di perfezione fossero gia' arrivati i pittori in quel tempo.
E' un ritratto (gia', ancora un ritratto...) del 1560-1565, eppure sembra una fotografia, ha qualcosa dell'iper-realismo contemporaneo....
Anzi siamo quasi un secolo prima del secolo d'oro, 80 anni prima di Rembrandt.
Ma al solito meglio lasciar parlare le immagini:


Parenti stretti del "La Ronda di notte" ecco invece due opere di altri pittori olandesi, che hanno entrambi in modo diverso interpretato il tema delle compagnie d'armi.
La prima e piu' antica, anche se di poco, ed anche quella che mi piace di piu' e' "The Meagre Company" di Frans Hals (1582-1666) dipinta nel 1637 (quindi 5 anni prima del "La Ronda di notte").
In realta' questo quadro e' stato lasciato incompiuto da Hals (che se n'era tornato ad Haarlem forse per timore delle guardie che stava ritraendo) e terminato da Pieter Codde, ottimo pittore ma di tutt'altro genere.
E' bello osservare i diversi caratteri che traspaiono dei diversi personaggi, quello baldanzoso e quasi sbruffone dei piu' giovani, e quallo invece piu' posato, quasi un po' preoccupato dei piu' anziani.
Ed anche il colore delle vesti rispecchia questa differenza generazionale.



La seconda e' invece successiva, di Bartholomeus van der Helst (1613-1670), e rappresenta un banchetto tenuto il 18 Giugno 1648 in occasione della firma del trattato di pace con la Spagna.
La parte che ho fotografato mi piace per l'aria allegra e rilassato, pur senza essere sguaiata, che traspare: e' evidente che tutti sono felici che la pace sia tornata a regnare e che non si debba piu' andare amorire ammazzati in guerra.
E come dar loro torto ?


Di genere completamente differente il quadro di Judith Leyster (1609-1660), una delle pochissime pittrici del seicento, che mi e' molto piaciuto per la particolarita' dell'inquadratura (dal basso verso l'alto anche se la mia foto non rende l'idea, quasi come il Cristo del Mantegna, ma di genere completamente diverso) e per la naturalezza ed insolita espressivita' del volto del soggetto.
Oserei dire che si vede che c'e' la mano di una donna, che tra l'altro ha dipinto questo quadro a 20 anni.


Di quadri (e di foto) ce ne sarebbero ancora tantissimi, ma sara' per un'altra volta: altrimenti finite per abbuffarvi anche voi!

2 commenti:

  1. Bello, ma sei andato al museo ieri, domenica e non oggi, lunedì, vero? A presto. Massimo

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  2. Il quadro di Vermeer è veramente bello. Hai letto il libro "La ragazza con l'orecchino"? Te lo consiglio....si respira una bella atmosfera nordica, quindi adatto alla tua situazione attuale.
    Simona

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