mercoledì 26 marzo 2014

Ancora ufficio turistico

Ieri pomeriggio, tornando a casa in bicicletta dopo un'allegra giornata di lavoro in ufficio, ho avvistato lungo un canale due poveri turisti sperduti.
Dopo aver strenuamente resistito alla tentazione di terrorizzarli piombando loro addosso con la bicicletta a tutta velocita' e scampanellando a piu' non posso, nella speranza di vederli fare un bel salto dritto nell'acqua del canale, mi sono avvicinato loro con aria noncurante...
Gia' da lontano ne avevo avuto il sospetto, vuoi per il come erano vestiti, vuoi per il modo di guardarsi intorno e gesticolare, ma quasi sicuramente per la guida verde del TCI aperta in mano a mo' di oracolo silente, comunque quando li ho affiancati ne ho avuto conferma per la loro parlata familiare: italiani !
Gia' gia' gia'.... turisti italiani all'estero !... una delle tipologie piu' interessanti e particolari...
Ho frenato, appoggiato a terra un piede e chiesto con disinvoltura se avevano per caso perso l'orientamento.
In quattro e quattrotto ho dato loro le minime informazioni necessarie a ritrovare la retta via, e son ripartito contento di aver fatto il bravo boyschout.

Ma fatti pochi metri mi son domandato: avro' fatto bene?
Gia',  perche' uno fa tanti chilometri per andare a visitare un paese lontano e poi che gli capita? Che trova un connazionale che lo aiuta al primo inconveniente... e dove va a finire lo spirito di avventura ? La faticosa esplorazione di un mondo alieno ? La lotta impari contro gli ostacoli linguistici ?
Forse avrei dovuto aiutarli, ma facendo finta di parlare uno stentato italiano con forte accento olandese....

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