giovedì 13 febbraio 2014

Shock Culturale...

A volte lo shock culturale ti colpisce quando meno te lo aspetti.

A volte si rivela nelle piccole cose, come quando ti accorgi di essere l'unico a non preoccuparsi di quale sia la rete WiFi free del ristorante nel quale stai cenando con dei colleghi...

Altre volte invece ti prende di faccia e ti fermi a pensare 20 minuti cosa devi fare...

Immaginate le due scene: in entrambe chi credeva di essere in un contesto noto scopre che aveva dato per scontato o bellamente ignorato tutta una serie di "diversita'" rispetto alla propria esperienza cosi' da trovarsi improvvisamente a non sapere come comportarsi.

Ieri sera sono stato a cena con una serie di colleghi, e quando siamo arrivati al ristorante e ci siamo seduti al tavolo la prima domanda che e' girata per il gruppo e' stata: qual'e' la WiFi Free del locale ?
Io ci sono rimasto un po' di stucco, perche' mai mi sarei posto quella domanda, perche' ero li per stare con i miei colleghi e non per chattare e surfare sulla rete!
Ecco che mi sono accorto di avere un gap culturale nei loro confronti: da una parte una minore "dimestichezza" con l'uso dei device mobili, e non solo perche' ho quasi 50 anni (e comunque non ero il piu' vecchio...) ma anche perche' come italiano soffro un po' il digital devide, ma dall'altra l'idea che una cena, un momento conviviale tra colleghi (se non tra amici), sia un momento con una sua sacralita', una sua sorta di codice che prevede che si dia al parlare, al dialogare tra i presenti una certa importanza per non dire "sacralita'" che evidentemente per gli indigeni non ha.
Gia': la teatralita' degli italiani, che ad un convivio devono sempre mostrare la propria capacita' di tenere la scena, di recitare da grandi personaggi della commedia o della tragedia....

Ma ancora piu' shockante e' stata la situazione in cui si e' trovato nondico chi...
Entrato a bere un caffe' (quindi non io...)in un locale, al momento di pagare ha impiegato ben 20 minuti (quindi ben piu' del tempo necessario a bere il caffe' con annesso dolcetto) a capire come comportarsi.
Ora, il problema non era il prezzo spropositato del caffe'... ma proprio nel non prezzo del caffe': il cameriere alla domanda "quanto devo pagare" ha risposto "decida lei"!
Allora, cerchiamo di capire: il prezzo del caffe' (e del dolcetto annesso) non era scritto nel menu', nessun prezzo era scritto nel menu'.
Gli avventori, una volta fatta la consumazione, decidevano di propria iniziativa quanto pagare, sulla base del gradimento o di quale altra indicazione economica o morale gli girasse per la testa!
Eh si! Avete capito bene: i clienti decidono quanto (ed anche se) pagare!

Altro che vedere due ragazzi passeggiare mano nella mano (due uomini di giovane eta', due maschi per chi non avesse ancora capito), oppure un tipo fumarsi tranqullamente una sigaretta di marjuana nella piazza centrale di fronte a due poliziotti sorridenti...
Questo si che e' uno shock culturale per un italiano !!!

3 commenti:

  1. Secondo Te, cosa succederebbe, in Italia, se ci fosse la stessa possibilità di decidere? Ciao. Massimo

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  2. Forse piano piano anche noi impareremmo ad essere meno egoisti.. oppure io la smetterei di essere un instancabile ottimista...

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  3. Seconda domanda: secondo Te, come si comporterebbe un Olandese in Italia? Io penso che, come ho visto fare da alcuni stranieri in altre occasioni, si adeguerebbe al peggio. Ciao. Massimo

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